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Jojo Betzler è un bambino di 10 anni che, nella Germania del 1945, si appresta ad entrare, con orgoglio e trepidazione, nella Deutschen Jungvolk. In realtà, questo timido e dolce “ometto” è forse il più improbabile neonazista della storia, ma il suo amico immaginario è fortemente convinto che la sua “anima tedesca” debba giurare fedeltà assoluta alla causa. Del resto il confidente invisibile di Jojo è Adolf Hitler.

Una versione buffa e caricaturale del terribile dittatore, frutto della fantasia di un bambino “molto gracilino, non molto popolare e che non riesce ancora ad allacciarsi le scarpe”, ma pur sempre un dispotico Adolf. E quando Jojo scopre che la madre Rosie, donna libera, coraggiosa e creativa, nasconde in casa Elsa, una ragazzina ebrea (che ama il disegno e la poesia) una serie di eventi connessi trasformano radicalmente il suo pensiero e la sua vita.

Liberamente ispirato al romanzo del 2004 “Il cielo in gabbia” di Christine Leunens, Jojo Rabbit è un mix ben congegnato di commedia, favola e dramma.

I titoli finali riportano alcuni versi della seguente poesia:

Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore.
Si deve sempre andare:
nessun sentire è mai troppo lontano.

Rilke

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